Nascita della festa dei lavoratori
Fave e Pecorino: tradizione degli antichi romani
Fave e pecorino
Pecorino
Nascita della festa dei lavoratori
Il 1° maggio rappresenta la festa dei lavoratori.
La vera origine della festa nasce nel 1855 quando i
lavoratori australiani coniarono la frase “8 ore di lavoro, 8 ore di svago, 8
ore per dormire”.
Il movimento sindacale condivise la frase e cercò un giorno,
appunto il 1° maggio, nel quale i lavoratori potessero affermare i propri
diritti.
11 anni dopo lo Stato dell'Illinois approvò una legge che
introduceva la giornata lavorativa di otto ore. L'entrata in vigore della legge
corrisponde al 1 Maggio 1867, giorno in cui venne organizzata a Chicago una delle
più grandi manifestazioni dei lavoratori americani.
Nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and
Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data a partire dalla quale gli operai
americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
In Italia il governo di Francesco Crispi vieta qualsiasi
manifestazione pubblica sia per il 1 maggio che per la domenica successiva 4
maggio, data che corrispondente alla giornata festiva immediatamente dopo al
1°maggio.
Il 1 maggio 1890 in tutta Italia, si svolgono manifestazioni
con una vasta partecipazione di lavoratori.
Il 1 maggio 1891, il ripetersi delle manifestazioni, induce
la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che ormai è diventata la
"festa dei lavoratori di tutti i paesi".
Quasi vent’anni dopo, il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori
possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario del movimento:
le otto ore lavorative.
Soltanto dopo due anni però, Mussolini arriva al potere e proibisce la celebrazione del 1 maggio
spostandola al 21 aprile, giorno in cui si festeggia il Natale di Roma e
l’obiettivo di snaturare la festa è stato raggiunto: essa non dice più niente
ai lavoratori; è a questo punto che il popolo, i movimenti dell’opposizione politica
di allora e gli stessi lavoratori traducono il 1 maggio in una forma di opposizione
al regime.
Bisognerà attendere il 1970
per vedere di nuovo i lavoratori di tutte le categorie riunirsi per riprendersi la festa.
Oggi un'unica grande manifestazione organizzata da Cgil,
Cisl e Uil ricorda e cerca di affermare i diritti dei lavoratori, mentre il
concerto rock, in piazza San Giovanni Laterano in Roma, riunisce i lavoratori
di ogni ordine di età e specie per rafforzare lo spirito del 1 maggio.
Fave e Pecorino: tradizione degli
antichi romani
Gli antichi romani usavano festeggiare le idi di maggio per
celebrare la dea flora: simbolo di rinascita e prosperità; per farlo al meglio
lanciavano fave, simbolo di fertilità alla popolazione e si deliziavano durante
i banchetti all’aperto con il pecorino. Da questa antica usanza romana nasce
quella che è divenuta oggi la tradizione: fave e pecorino.
Fave e pecorino (per la ricetta clicca qui)
La fava (Vicia faba) è un legume
coltivato già nell’Età del bronzo.
Nell’antichità aveva la macabra fama di albergare le anime
dei morti e di provocare brutti sogni.
In seguito, furono i romani a sfatare questa fama e ad
attribuirle un valore afrodisiaco ed
erotico simboleggiando: il baccello come l’organo sessuale femminile mentre
i semi l’organo sessuale maschile.
Sempre i romani, in onore della dea flora, organizzavano
lunghe e sfarzose feste, per celebrare la divinità, lanciando manciate di fave
sulla popolazione.
In Italia si coltivano diverse varietà, con semi di diversa
grandezza e colore: quelle più diffuse presentano semi grandi, piatti e marroni.
Le fave, soprattutto quelle essiccate, hanno interessanti
valori nutritivi a partire dall’elevato apporto di proteine costituite da aminoacidi essenziali, quali la lisina.
I grassi sono presenti in piccole quantità e in genere sono
ricchi di acidi grassi poliinsaturi:
alleati contro il colesterolo.
Un altro pregio è rappresentato dagli elementi minerali: il ferro, uno dei nutrienti più scarsamente
contenuto negli alimenti e il calcio.
Per quanto riguarda le vitamine in esse troviamo quelle del
gruppo B: tiamina, niacina e riboflavina importanti per il metabolismo dei glucidi, lipidi e per combattere i radicali liberi.
I carboidrati
presenti sono rappresentati dall’amido e da altri tipi che non sono ben digeriti dall’intestino e che a sua volta vengono
attaccati dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas.
Alle fave è correlata una malattia ereditaria chiamata favismo
che si traduce nella mancanza di un enzima: il glucosio-6-fosfato deidrogenasi,
in grado di neutralizzare gli effetti nocivi di alcune sostanze tossiche
contenute nella fava.
Attenzione:
questa malattia ereditaria è catalogata come intolleranza alla fava ma non deve
assolutamente essere sottovalutata poiché causa crisi emolitiche, cioè rottura delle membrane dei globuli rossi,
quindi morte degli stessi.
In sintesi i pro delle fave consistono: abbassamento del
livello di colesterolo ematico,
prevenzione delle malattie
cardiovascolari. Ottimo contenuto proteico.
Pecorino
Il pecorino è un formaggio a pasta dura, cotto, ottenuto dal
latte di pecora.
In Italia ne esistono diversi tipi che cambiano da regione
in regione, i più noti sono: il pecorino
romano, il pecorino siciliano, il
pecorino sardo e il pecorino toscano.
Il pecorino romano
ha un odore pronunciato e un sapore leggermente salato e piccante. Può essere
usato come formaggio da tavola o da grattugiare.
Il pecorino siciliano
è chiamato anche canasta per la
crosta bianco giallognola e i segni del canestro dove viene conservato i primi
giorni; rispetto a quello romano ha tempi di stagionatura più brevi: 4 mesi o 8
mesi.
Il pecorino sardo
è ovviamente prodotto in Sardegna e presenta un sapore più o meno piccante a
seconda della stagionatura. A tal proposito il pecorino sardo con stagionatura che
non supera i 3 mesi può essere utilizzato come formaggio da tavola, invece quello con stagionatura oltre i 6 mesi può
essere utilizzato come formaggio da
grattugiare. Le forme sono piccole, a forma di tronco di cono e pesano
dall’1,5Kg ai 4 Kg.
Il pecorino toscano
si diversifica dagli altri poiché manca del gusto piccante. Le varietà più note
sono quelle delle creste senesi dal
sapore amarognolo e aromatico dovuto alla grande presenza di assenzio nei pascoli.
Il costituente essenziale del formaggio è il latte il cui
suo nutriente essenziale è il calcio.
Pensate che nel latte ci sono 1 gr per litro di calcio
mentre nei formaggi stagionati i livelli di questo nutriente si alzano a 10
volte di più a parità di peso.
Oltre al calcio dobbiamo segnalare il grande quantitativo di
caseina che costituisce la base per
la preparazione di molti formaggi.
Attenzione al contenuto di grassi. I processi di lavorazione e in seguito la stagionatura
aumentano la quantità dei grassi che essendo di natura animale sono saturi
ossia cattivi alleati per il colesterolo.
Come sempre una dose modesta degli alimenti aiuta la
prevenzione delle patologie associate al metabolismo.
L’uso dei formaggi è utile
nei soggetti con intolleranza al lattosio
in quanto essi contengono poche quantità di lattosio e contribuiscono così
alla comparsa degli enzimi digestivi lattasi adibiti alla digestione del
lattosio.
Per un maggior approfondimento sui fatti che portarono alla
nascita della festa 1° Maggio visitate la pagina: http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblica11.htm
by
Immacolata Soriano
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