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27/04/2017

1 Maggio: festa dei lavoratori. Fave e pecorino



1 Maggio: festa dei lavoratori. Fave e pecorino 


Nascita della festa dei lavoratori  
Fave e Pecorino: tradizione degli antichi romani 
Fave e pecorino
Pecorino 


  

 


Nascita della festa dei lavoratori
Il 1° maggio rappresenta la festa dei lavoratori.
La vera origine della festa nasce nel 1855 quando i lavoratori australiani coniarono la frase “8 ore di lavoro, 8 ore di svago, 8 ore per dormire”.
Il movimento sindacale condivise la frase e cercò un giorno, appunto il 1° maggio, nel quale i lavoratori potessero affermare i propri diritti.
11 anni dopo lo Stato dell'Illinois approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore. L'entrata in vigore della legge corrisponde al 1 Maggio 1867, giorno in cui venne organizzata a Chicago una delle più grandi manifestazioni dei lavoratori americani.
Nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
In Italia il governo di Francesco Crispi vieta qualsiasi manifestazione pubblica sia per il 1 maggio che per la domenica successiva 4 maggio, data che corrispondente alla giornata festiva immediatamente dopo al 1°maggio.
Il 1 maggio 1890 in tutta Italia, si svolgono manifestazioni con una vasta partecipazione di lavoratori.
Il 1 maggio 1891, il ripetersi delle manifestazioni, induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che ormai è diventata la "festa dei lavoratori di tutti i paesi".
Quasi vent’anni dopo, il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario del movimento: le otto ore lavorative.
Soltanto dopo due anni però, Mussolini arriva al potere e proibisce la celebrazione del 1 maggio spostandola al 21 aprile, giorno in cui si festeggia il Natale di Roma e l’obiettivo di snaturare la festa è stato raggiunto: essa non dice più niente ai lavoratori; è a questo punto che il popolo, i movimenti dell’opposizione politica di allora e gli stessi lavoratori traducono il 1 maggio in una forma di opposizione al regime.
Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo i lavoratori di tutte le categorie riunirsi per riprendersi la festa.
Oggi un'unica grande manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil ricorda e cerca di affermare i diritti dei lavoratori, mentre il concerto rock, in piazza San Giovanni Laterano in Roma, riunisce i lavoratori di ogni ordine di età e specie per rafforzare lo spirito del 1 maggio.

Fave e Pecorino: tradizione degli antichi romani
Gli antichi romani usavano festeggiare le idi di maggio per celebrare la dea flora: simbolo di rinascita e prosperità; per farlo al meglio lanciavano fave, simbolo di fertilità alla popolazione e si deliziavano durante i banchetti all’aperto con il pecorino. Da questa antica usanza romana nasce quella che è divenuta oggi la tradizione: fave e pecorino.

insalata fave e pecorinoFave e pecorino (per la ricetta clicca qui)

La fava (Vicia faba) è un legume coltivato già nell’Età del bronzo.
Nell’antichità aveva la macabra fama di albergare le anime dei morti e di provocare brutti sogni.
In seguito, furono i romani a sfatare questa fama e ad attribuirle un valore afrodisiaco ed erotico simboleggiando: il baccello come l’organo sessuale femminile mentre i semi l’organo sessuale maschile.
Sempre i romani, in onore della dea flora, organizzavano lunghe e sfarzose feste, per celebrare la divinità, lanciando manciate di fave sulla popolazione.
In Italia si coltivano diverse varietà, con semi di diversa grandezza e colore: quelle più diffuse presentano semi grandi, piatti e marroni.
Le fave, soprattutto quelle essiccate, hanno interessanti valori nutritivi a partire dall’elevato apporto di proteine costituite da aminoacidi essenziali, quali la lisina.
I grassi sono presenti in piccole quantità e in genere sono ricchi di acidi grassi poliinsaturi: alleati contro il colesterolo.
Un altro pregio è rappresentato dagli elementi minerali: il ferro, uno dei nutrienti più scarsamente contenuto negli alimenti e il calcio.
Per quanto riguarda le vitamine in esse troviamo quelle del gruppo B: tiamina, niacina e riboflavina importanti per il metabolismo dei glucidi, lipidi e per combattere i radicali liberi.
I carboidrati presenti sono rappresentati dall’amido e da altri tipi che non sono ben digeriti dall’intestino e che a sua volta vengono attaccati dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas.
Alle fave è correlata una malattia ereditaria chiamata favismo che si traduce nella mancanza di un enzima: il glucosio-6-fosfato deidrogenasi, in grado di neutralizzare gli effetti nocivi di alcune sostanze tossiche contenute nella fava.
Attenzione: questa malattia ereditaria è catalogata come intolleranza alla fava ma non deve assolutamente essere sottovalutata poiché causa crisi emolitiche, cioè rottura delle membrane dei globuli rossi, quindi morte degli stessi.
In sintesi i pro delle fave consistono: abbassamento del livello di colesterolo ematico, prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ottimo contenuto proteico.

Pecorino
Il pecorino è un formaggio a pasta dura, cotto, ottenuto dal latte di pecora.
In Italia ne esistono diversi tipi che cambiano da regione in regione, i più noti sono: il pecorino romano, il pecorino siciliano, il pecorino sardo e il pecorino toscano.
Il pecorino romano ha un odore pronunciato e un sapore leggermente salato e piccante. Può essere usato come formaggio da tavola o da grattugiare.
Il pecorino siciliano è chiamato anche canasta per la crosta bianco giallognola e i segni del canestro dove viene conservato i primi giorni; rispetto a quello romano ha tempi di stagionatura più brevi: 4 mesi o 8 mesi.
Il pecorino sardo è ovviamente prodotto in Sardegna e presenta un sapore più o meno piccante a seconda della stagionatura. A tal proposito il pecorino sardo con stagionatura che non supera i 3 mesi può essere utilizzato come formaggio da tavola, invece quello con stagionatura oltre i 6 mesi può essere utilizzato come formaggio da grattugiare. Le forme sono piccole, a forma di tronco di cono e pesano dall’1,5Kg ai 4 Kg.
Il pecorino toscano si diversifica dagli altri poiché manca del gusto piccante. Le varietà più note sono quelle delle creste senesi dal sapore amarognolo e aromatico dovuto alla grande presenza di assenzio nei pascoli.
Il costituente essenziale del formaggio è il latte il cui suo nutriente essenziale è il calcio.
Pensate che nel latte ci sono 1 gr per litro di calcio mentre nei formaggi stagionati i livelli di questo nutriente si alzano a 10 volte di più a parità di peso.
Oltre al calcio dobbiamo segnalare il grande quantitativo di caseina che costituisce la base per la preparazione di molti formaggi.
Attenzione al contenuto di grassi. I processi di lavorazione e in seguito la stagionatura aumentano la quantità dei grassi che essendo di natura animale sono saturi ossia cattivi alleati per il colesterolo.
Come sempre una dose modesta degli alimenti aiuta la prevenzione delle patologie associate al metabolismo.
L’uso dei formaggi è utile nei soggetti con intolleranza al lattosio in quanto essi contengono poche quantità di lattosio e contribuiscono così alla comparsa degli enzimi digestivi lattasi adibiti alla digestione del lattosio.   

Per un maggior approfondimento sui fatti che portarono alla nascita della festa 1° Maggio visitate la pagina: http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblica11.htm
 
by
Immacolata Soriano

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